Debutto di rilievo al Comunale di Bologna che, per la prima volta, dal 18 al 24 maggio mette in scena uno dei lavori di teatro musicale più interessanti del Novecento: Peter Grimes di Benjamin Britten, su libretto di Montagu Slater. Rappresentato a Londra il 7 giugno del 1945, Peter Grimes racchiude in sintesi elementi culturali e retaggi musicali di straordinaria ampiezza ed è fra le opere più amate e rappresentate del secondo dopoguerra.
Il capolavoro del massimo compositore inglese ridefinisce le possibilità di scavo introspettivo del teatro d’opera del Novecento, facendoci riflettere sui rapporti umani, su quelli tra uomo e natura, sulla diversità e la violenza sociale nei confronti dei più deboli. Ambientato in un villaggio di pescatori della costa inglese, Peter Grimes narra la vicenda di un uomo accusato di omicidio dalla sua comunità, di cui è destinato a diventare il capro espiatorio. L’opera debutta a Bologna in uno spettacolo firmato da Cesare Lievi che punta a sottolineare la separazione fra il protagonista e la società di cui fa parte, avvalendosi di decisi contrasti di luce e chiedendo una recitazione accuratissima agli interpreti.
“Peter Grimes è un individuo che non riesce ad integrarsi per diventare elemento nella collettività – dice il regista Cesare Lievi –, è un essere che per struttura psicologica e per esperienze di vita non ha possibilità di reale comunione con altre persone: sperimenta così la solitudine e la sua diversità come colpe; abita in un borgo di pescatori ed è questo contesto ad attribuirgli, nella morte dei giovani mozzi sfiniti dal lavoro, una colpevolezza che probabilmente non esiste, eppure essa è interiorizzata tanto da apparirgli reale e vera. Peter Grimes personifica quindi quell’attribuzione di responsabilità a tal punto da considerare e condannare se stesso come il colpevole. Questa dinamica ha interessato molto la mia costruzione dello spettacolo: la solitudine e la diversità di un individuo nella società si evolvono mutandosi in attribuzione di colpa da parte della collettività”.
La forza espressiva del Grimes – partitura di grande impegno orchestrale e corale, intrisa di colori cangianti e sfumature quante ve ne sono nel panorama marino cui è ispirata – si basa quindi anche sull’attualità della sua vicenda umana che, con estrema modernità, mette in scena il dramma di un anti-eroe vittima del conformismo piccolo borghese, autentico male della società oggi come allora.
Oltre che da Cesare Lievi, l’allestimento – prodotto dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena – è firmato per le scene da Csaba Antal, per i costumi da Marina Luxardo e per le luci da Luigi Saccomandi; l’assistente alla regia è Ivo Guerra.
Nel ruolo del protagonista è impegnato il tenore Ian Storey, al cui fianco si trova un cast numerosissimo che vede protagonisti – fra gli altri – Charlotte-Anne Shipley (Ellen Orford), Mark S. Doss (Captain Balstrode), Gabriella Sborgi (Auntie).
L’Orchestra e il Coro (preparato da Andrea Faidutti) del Comunale di Bologna sono diretti da Juraj Valčuha, recentemente nominato Direttore musicale del Teatro San Carlo di Napoli, già protagonista col Teatro felsineo di produzioni di successo come la caleidoscopica Jenůfa di Janáček con la regia di Alvis Hermanis, che ha vinto il 34° Premio Abbiati per i costumi di Anna Watkins, e come La bohème del 2007, oltre che di numerosi concerti sinfonici.
L’opera sarà registrata e trasmessa in differita da Rai Radio3.
Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno degli Amici del Teatro Comunale di Bologna.
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