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TCBO: Lucia di Lammermoor

Titolo operistico romantico per eccellenza, avvolto e ambientato fra le brume e i castelli della Scozia medievale in cui agiscono clan in atavico conflitto, Lucia di Lammermoor torna sulle scene del Teatro Comunale di Bologna dal 16 al 25 giugno per raccontare al pubblico la storia d’amore tenera e sincera di due adolescenti vittime di colpe non loro. Il capolavoro di Gaetano Donizetti su libretto di Salvadore Cammarano dal celebre lavoro di Walter Scott che, dalla “prima” napoletana del 1835, commuove le platee di tutto il mondo, arriva al Comunale con uno spettacolo nuovo guidato da un binomio altrettanto inedito: il direttore musicale del teatro felsineo Michele Mariotti – che debutta il titolo, e che lo dirigerà nuovamente in autunno alla Royal Opera House di Londra – e il regista Lorenzo Mariani, affiancato da Maurizio Balò (scene), Silvia Aymonino (costumi), Linus Fellbom (luci). Orchestra e Coro (preparato da Andrea Faidutti) sono quelli del Comunale di Bologna.

La recita di Lucia di Lammermoor del 20 giugno sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3.

«Guardando il celebre quadro di Sir John Everett Millais – dice il regista Lorenzo Mariani – ispirato al testo The bride of Lammermoor di Walter Scott, ho capito tante cose. È un quadro che parla. Capisco quanto questi due amanti sono “legati” (letteralmente legati, avvinti) finché vivono. Non potranno, in vita, essere mai separati. Si vede, è chiaro. Lucy, senza il sostegno di Edgardo, cade come una foglia morta; Edgardo senza l’abbraccio di Lucy è disperato e perso per sempre. Capisco dallo sguardo di lei un’anima che respira, dall’intimo, una trasparente bontà, ma troppo delicata e indifesa, pericolosamente pura, fino all’estremo. Capisco dallo sguardo di lui un’anima forte, ardente, ma anche cupa. Gli occhi sono corvini (Ravens-wood…) quasi sembrano bruciare. Protettivo, nobile e generoso, ma anche violento, intransigente e implacabile. Per me è un’immagine infelice. Avverto una tragedia incombente. Leggo un amore così intenso e totale da escludere ogni possibile separazione. Leggo anche un amore che vive di una profonda – forse troppo profonda – unione di sentimenti. I due protagonisti sembrano quasi simbiotici. Ma leggo ancora, nei loro sguardi e atteggiamenti, qualcosa di terribile, come di un destino nero e irreversibile. Li guardo e temo per loro. Vorrei intervenire, aiutarli a vivere “sull’aura dei loro sospiri ardenti”, felici nel loro amore. Ma leggo infine che non sarà cosi; non potrà essere cosi. Non vedo una coppia contro il mondo, ma che contro questo mondo non avrà scampo.  Guardo questo quadro e sento tristezza. Mi parla di tragedia e di morte. Capisco infine – conclude il regista – che in questa sensazione che trasmette, il ritratto è dolorosamente vero. E che la storia di Edgardo e Lucia andrà così, come le loro espressioni raccontano».

«Il capolavoro di Donizetti mi ha sempre emozionato per le sue tinte peculiari che conducono il dramma tra allucinazione e realtà – racconta il direttore d’orchestra Michele Mariotti –. Quest’opera mi ha sempre colpito per l’atmosfera un po’ speciale – brunita, nebbiosa, liquida, indefinita, magica – che cercherò di restituire. Lucia di Lammermoor ha un suo colore, è un’opera che ha una sua dimensione molto personale e un carattere forte e ben definito. Ci sono momenti musicali bellissimi, anche tra i meno evidenti, come la pastorale iniziale dei cacciatori: la prima volta che l’ho sentita ne sono rimasto subito affascinato».

Protagonista femminile di questa nuova produzione del Comunale di Bologna il celebre soprano russo Irina Lungu, che si avvicenda con Ruth Iniesta, insieme ai tenori Stefan Pop e Ho Yoon Chung, in alternanza nel ruolo dell’innamorato Edgardo, Markus Werba e Simone Alberghini in quello del fratello Enrico, e ancora con Alessandro Luciano (Arturo), Evgeny Stavinsky (Raimondo), Elena Traversi (Alisa) e Gianluca Floris (Normanno).

Lo spettacolo è realizzato grazie al contributo di Automobili Lamborghini.

 

> Teatro Comunale di Bologna

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Edoardo