“Sarà un viaggio d’amore che rende pazzi i protagonisti e che ci farà scoprire i confini tra la ragione e le perdita del senno, in un affascinante affresco dell’animo umano”. Così la regista Emma Dante descrive la sua messa in scena dell’inedito dittico composto da La voix humaine di Francis Poulenc e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. La nuova produzione dei due atti unici è in programma in prima assoluta al Teatro Comunale di Bologna dal 9 al 18 aprile, interpretata dal Direttore musicale Michele Mariotti. Anna Caterina Antonacci è la protagonista della tragédie lyrique composta nel 1958 da Poulenc, tratta dalla piéce omonima di Jean Cocteau, autore anche del libretto. Marco Berti, Carmen Topciu e Gezim Myshketa sono invece Turiddu, Santuzza e Alfio, i protagonisti del celebre triangolo amoroso verista che Mascagni ha tratto dall’omonima novella di Giovanni Verga, andato in scena per la prima volta a Roma nel 1890. Il cast dell’atto unico è completato da Anastasia Boldyreva, nel ruolo di Lola, e da Claudia Marchi, in quello di mamma Lucia. L’allestimento porta le firme dei consueti collaboratori di Emma Dante: per le scene Carmine Maringola, per i costumi Vanessa Sannino, per le luci Cristian Zucaro e la coreografia di Manuela Lo Sicco. Assistente alla regia sarà invece Gianni Marras, assistente alle scene Roberto Tusa.
Con l’Orchestra del Comunale, per Cavalleria rusticana anche il Coro diretto da Andrea Faidutti.
Lo spettacolo è ripreso da Rai5, che lo manderà in onda il 25 maggio, e da Radio3 Rai, che lo trasmetterà in differita.
“Sia nella Voix Humaine, sia nella Cavalleria rusticana, protagoniste sono le donne – prosegue Emma Dante – in entrambe leggo il dolore dell’abbandono, della solitudine. I luoghi sono diversi, diverse le comunità che li abitano, ma la motivazione che spinge alla tragedia è la stessa: la pazzia d’amore. Per amore si compiono azioni estreme, come estremo è il gesto teatrale dentro una grande opera musicale. Cercherò di trasferire dentro l’intimità di Poulenc e dentro il grande affresco siciliano di Mascagni le infinite piccole cerimonie della vita di cui facciamo parte anche noi”.
“L’accoppiata costituita da La voix humaine e Cavalleria rusticana – dice il direttore Michele Mariotti – è rivelatrice di elementi comuni tra le due partiture, come l’intimismo con cui vengono tratteggiate le due figure femminili protagoniste. In Cavalleria, Santuzza è sedotta per ripiego e poi trascurata; nella Voix humaine si sente solo la voce della donna, mai quella dell’amante, e si vivono la sua autocommiserazione e la sua autopunizione sotto forma di monologo: la linea telefonica che cade, l’interruzione, sono parte integrante di quest’opera, dove anche il silenzio è suono. Entrambe le protagoniste dei due drammi – conclude Mariotti – sono donne sole e fragili, sulle quali il destino si accanisce”.
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