La nuova stagione lirica del Teatro Comunale di Bologna si inaugura con serata di Gala venerdì 20 gennaio alle ore 20.00, con il Singspiel Die Entführung aus dem Serail K 384 di Wolfgang Amadeus Mozart, realizzato in una produzione del TCBO con il Festival di Aix en Provence (dov’è stato rappresentato nel 2015) e il Musikfest Bremen. Sul podio è impegnato Nikolaj Znaider, danese, affermato violinista passato successivamente con successo alla direzione d’orchestra, al suo debutto in Italia in una direzione d’opera. La regia è dell’austriaco Martin Kušej, Sovrintendente del Residenztheater di Monaco e riconosciuto come uno dei più rilevanti registi emersi negli ultimi anni sulla scena internazionale. Le scene sono di Annette Murschetz, i costumi di Heide Kastler e le luci di Reiner Traub. La regia è ripresa a Bologna da Herbert Stöger.
La prima dell’opera verrà trasmessa in differita da Radio3 Rai.
Il “Singspiel” (spettacolo operistico con dialoghi parlati in lingua tedesca) su libretto di Johann Gottlieb Stephanie, andato in scena per la prima volta al Burgtheater di Vienna nel luglio del 1782, viene ora proposto collocando la vicenda in un Oriente vicino a noi per epoca e ambientazione, trasformando il palcoscenico in una landa desertica, con tanto di dune di sabbia e tende berbere, sulla quale si svolgono le contrastate vicende tra le due coppie di amanti protagoniste e i loro antagonisti, leggibili anche come metafora dei contrasti tra Occidente e Oriente. I dialoghi riscritti dal drammaturgo Albert Ostermaier trasportano l’azione nella colonizzazione inglese degli anni ’20, gli anni di Lawrence d’Arabia, quando le potenze occidentali, con in testa l’Inghilterra, fecero del Medio Oriente il territorio dell’estrazione del petrolio, della ricchezza, del potere, della colonizzazione, con il pretesto della lotta contro gli ottomani alleati con i tedeschi, suscitando nelle popolazioni un risentimento profondo, di cui l’Isis è il prodotto finale di oggi. La regia, che crea quindi un parallelismo con riferimenti all’autoproclamato “stato islamico” e a scene di forte impatto visivo ed emotivo che hanno suscitato accesi contrasti in occasione del debutto ad Aix en Provence, arriva adesso a confrontarsi con la sensibilità del pubblico italiano in un teatro, come il Comunale di Bologna, da sempre caratterizzato per l’apertura nei confronti dei nuovi linguaggi (negli ultimi anni ha ospitato registi del calibro di Bob Wilson, Romeo Castellucci, Guy Joosten, Alvis Hermanis, opere contemporanee multimediali come “River of Fundament” di Matthew Barney ed esponenti del nuovo teatro di ricerca come Fanny & Alexander, Nigel Lowery e Pietro Babina). Martin Kušej, vincitore in Germania del prestigioso premio “Faust” per la migliore regia teatrale nel 2012, celebre per il suo teatro politico, “radicale” e senza compromessi, è tra i registi di oggi quello che pratica lo “sport estremo”; con le sue realizzazioni sceniche esplora regioni glaciali o infuocate, come nel caso di questa messa in scena del “Ratto” mozartiano.
Sul palco sono impegnati Karl-Heinz Macek nel ruolo del pascià Selim, Cornelia Goetz in quello di Kostanze, Julia Bauer nei panni della sua cameriera Blonde, Bernard Berchtold come Belmonte, Johannes Chum nel ruolo del suo servitore Pedrillo e Mika Kares come Osmin. L’orchestra, il coro diretto da Andrea Faidutti e i tecnici sono quelli del Teatro Comunale di Bologna. Lo spettacolo è replicato il 22, 24, 26 e 29 gennaio.
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