Al via da domani 21 marzo su Rai5 e RaiPlay la nuova serie ideata dal giovane pianista Ricercare sull’arte della fuga
L’architetto Frank Gehry, i registi Peter Sellars e Alexander Sokurov, lo scultore Alexander Polzin, il pianista Alfred Brendel sono solo alcuni dei grandi protagonisti di Ricercare sull’arte della fuga, il progetto pluriennale ideato dal giovane pianista Filippo Gorini, che si sviluppa in quattordici video-podcast trasmessi tutti i giovedì in seconda serata da Rai Cultura in prima TV su Rai5 a partire da domani 21 marzo alle ore 22.45, proprio nel giorno in cui si festeggia il compleanno di Johann Sebastian Bach, fino al 20 giugno. Le puntate saranno disponibili anche su RaiPlay.
Il primo episodio di giovedì 21 marzo è una vera e propria introduzione all’ascolto nella quale Gorini presenta l’Arte della fuga di Bach, inquadrandone al pianoforte la storia e il significato. Nelle successive puntate il pianista ventottenne dialoga con tredici personalità del mondo scientifico e artistico di rilievo internazionale sulla complessa figura di Bach e sul suo ultimo capolavoro incompiuto. È un percorso che si articola in tematiche legate alla contemporaneità, mettendo in relazione la musica con argomenti come la bellezza, la simmetria, la poesia, il tempo, la memoria, il ritmo, la danza, il cervello, per un totale di quattordici puntate, tante quante i contrappunti che compongono l’opera bachiana.
Oltre alle voci già citate, fra le celebrità intervistate figurano anche la coreografa Sasha Waltz, i matematici Marcus du Sautoy e Betül Tanbay, la neuroscienziata Alice Mado Proverbio, la scrittrice Dominique Eddé, il violoncellista Steven Isserlis, il compositore George Benjamin e la direttrice artistica Leila Getz. «I trionfi di intelletto e artigianato – dice Filippo Gorini – i simboli e gli strati di significato nascosti nella concezione di questo lavoro sono tutt’uno con il canto delle sue voci. La concezione che L’arte della fuga di Bach debba essere vista esclusivamente come una meraviglia teorica è fuorviante; man mano che i contrappunti e i canoni evolvono nella complessità formale, così cresce anche la loro tensione emotiva, fino al mistero straziante dell’incompiuta Fuga XIV».
È dal 2020 che il musicista brianzolo, all’epoca venticinquenne, viaggia fra l’America e l’Europa per intervistare personalmente i protagonisti e raccogliere materiale sull’ambizioso progetto, reso possibile anche grazie al prestigioso Borletti Buitoni Trust “Award”, assegnatogli nel 2020, e alla compagnia di telecomunicazioni Deutsche Telekom. La prima idea di intraprendere questa ricerca nasce nel 2013, ma è durante la pandemia che Gorini riesce a dedicarsi allo studio approfondito dell’Arte della fuga. La restituisce oggi al pubblico in una veste polifonica, internazionale, multidisciplinare e multimediale.
La serie è stata anticipata dall’album BACH The Art of Fugue, pubblicato nel 2021. Gorini ha anche composto, per il libretto del disco, un ciclo di sonetti e haiku in lingua inglese.
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