Dal 2 al 22 settembre ritorna a Torino e a Milano il festival MITO SettembreMusica che compie quest’anno 10 anni. Rinnovato nella sua governance, con una nuova Presidenza, Anna Gastel, e una nuova Direzione artistica, Nicola Campogrande, il festival svela un’identità musicale inedita e riconferma il desiderio delle due Amministrazioni di offrire a cittadini e turisti un’esperienza musicale di altissima qualità.
«Nel ripensare MITO SettembreMusica, e volendo dedicare la manifestazione interamente alla musica classica – spiega il direttore artistico Nicola Campogrande – ho tenuto presente due gruppi di ascoltatori: gli habitué e quelli che non hanno mai messo piede in una sala da concerto. Ad entrambi ho voluto proporre qualcosa di inusuale, che rinnovasse il piacere dell’ascolto per chi già frequenta i concerti e, al tempo stesso, abbattesse ogni barriera per chi non è abituato a farlo. Così ho immaginato un festival tematico, nel quale ogni appuntamento è costruito ad hoc e proposto a un pubblico cui si chiede, in alcuni casi, di essere protagonista attivo. Per il 2016 il tema sarà Padri e figli: mi sembra si adatti bene a una manifestazione che ha una lunga storia alle spalle ma si sta aprendo al nuovo. E penso che la stessa apertura stia avvenendo all’intero universo della musica classica: amiamo il grande repertorio del passato ma abbiamo voglia di ascoltarlo in modo inedito, fresco, arricchito dalla più bella musica degli autori viventi».
Ognuno dei 160 concerti in programma (80 per ogni città) sarà preceduto da un’introduzione all’ascolto con l’obiettivo di offrire un’esperienza musicale inedita, curiosa, capace di coinvolgere il pubblico offrendogli il piacere di una comprensione più profonda. Saranno quindi Stefano Catucci a Torino, dal 2 settembre al Teatro Regio, e Gaia Varon a Milano, dal giorno successivo alla Scala, a presentare ciascun concerto in cartellone I due musicologi introdurranno poi tutti i concerti del cartellone e, in alcuni casi, a loro si affiancheranno dei sopratitoli che, sui display normalmente utilizzati per i libretti delle opere, faranno scorrere una vera e propria guida all’ascolto appositamente realizzata per il festival.
La serata d’apertura è affidata alla London Symphony Orchestra e vede protagonista Gianandrea Noseda, recentemente nominato Direttore ospite principale della prestigiosa compagine inglese. Il programma, intitolato Debussy recasted, ruota attorno alla figura del compositore francese, accostando un capolavoro come La mer alla prima esecuzione italiana di cinque dei suoi Préludes per pianoforte, appena trascritti per orchestra dal compositore greco Nikos Christodoulou e alla Seconda Sinfonia di Rachmaninov, nata negli stessi anni.
«Quello di MITO è un invito a godere della musica classica rivolto a tutti. Anche ai bambini più piccoli: se ascoltano bene, cresceranno bene e saranno cittadini migliori», dice ancora Nicola Campogrande. Lo si capisce fin dal primo appuntamento del cartellone dedicato agli ascoltatori più giovani: lo spettacolo intitolato Glimp, in programma il 3 settembre a Milano e il 4 a Torino, appositamente pensato per i bambini tra i 2 e i 4 anni. Creato in Olanda, è pensato per trasportare il giovanissimo pubblico in un mondo astratto e magico, nel quale musica, immagini e tecnologia si fondono insieme. Realizzato dall’Oorkaan Ensemble, lo spettacolo ha vinto due diversi premi agli Young Audience Music Awards 2015: “migliore produzione dell’anno” e “migliore piccolo ensemble”.
Il pubblico di tutte le età sarà invece coinvolto in MITO Open Singing, il 10 settembre a Milano e il giorno successivo a Torino, un evento che mira a coinvolgere il pubblico quale parte attiva della performance, al termine di due giornate nelle quali trenta cori provenienti da tutta Italia, per un totale di oltre mille cantori, si esibiscono in diverse zone del tessuto urbano. Le due città del festival diventeranno in quest’occasione un gigantesco palcoscenico e la sera, rispettivamente in piazza del Duomo e in piazza San Carlo, il pubblico potrà mescolarsi ai musicisti per un canto comune nel quale – grazie alle partiture distribuite gratuitamente – tutti diventeranno cantori, intonando i brani in programma, preannunciati sul nostro sito, sotto la guida del direttore Michael Gohl e con il sostegno del Coro Giovanile Italiano, in veste di “coro-guida” sul palcoscenico.
Il Festival si chiuderà a Torino il 21 e a Milano il 22 settembre con il concerto Jobim o Villa-Lobos? Esiste infatti un particolare gioco di rimandi tra la musica di Villa-Lobos e le canzoni di Jobim, oltre che tra la Spagna di Manuel de Falla e l’Argentina di Astor Piazzolla; la violoncellista francese Ophélie Gaillard, con il suo ensemble e insieme a Toquinho, esploreranno i due mondi musicali e geografici grazie a trascrizioni inedite e curiose.
Tutti gli artisti invitati hanno accettato di preparare programmi originali, nati apposta per il festival e speculari nelle due città (con poche eccezioni). Molta attenzione è rivolta poi a chi abita nelle zone meno centrali di entrambe le città, con un concerto gratuito ogni sera, che in alcuni casi coinvolge gli stessi grandi artisti presenti nelle sale centrali.
«Salvaguardando le caratteristiche che hanno reso MITO un appuntamento di grande successo e notorietà internazionale – dice la Presidente Anna Gastel – quest’anno il festival si presenta con una nuova governance, un nuovo direttore artistico e, per quel che riguarda Milano, anche una nuova gestione organizzativa. Sarà nostro interesse e cura mantenerne vivi i tratti distintivi: oltre alla presenza nelle grandi sale da concerto, in teatri, auditorium, chiese e in sedi non convenzionalmente deputate alla musica, nelle zone meno centrali delle due città, è stata potenziata l’accessibilità del festival, attraverso il prezzo ridotto dei biglietti e un gran numero di concerti gratuiti, per raggiungere e avvicinare alla musica classica il più vasto pubblico possibile».
Il programma del Festival percorre un arco temporale di oltre ottocento anni di musica, in molte occasioni oltrepassando le barriere di genere. Composizioni nuove fanno capolino tra il repertorio barocco; improvvisazioni s’inseriscono tra Schubert e Schumann; Richard Strauss fa spazio alle colonne sonore di Hollywood e al repertorio contemporaneo che ne è erede. Con una precisazione importante: «Mi sono stufato del modernismo legato alle vecchie avanguardie – dice Nicola Campogrande –: il mondo è ormai pieno di autori che scrivono musica capace di dare piacere, gioia, emozione, senza costringere le orecchie a esperienze punitive; e dunque tutti i 112 compositori viventi eseguiti (64 nelle sole giornate dedicate ai cori) sono stati scelti tra coloro che si dedicano a rinnovare con intelligenza e passione il godimento dell’ascolto». In quest’ottica vanno letti anche i numeri del festival, che, oltre ad aver commissionato 3 nuovi brani (uno dei quali in collaborazione con Torino Danza), offre 14 prime esecuzioni (8 assolute, 2 europee e 4 italiane).
Un’ulteriore novità riguarda i prezzi che, per la prima volta, sono gli stessi sia a Torino, sia a Milano, e che rimangono particolarmente contenuti. Tutti i concerti pomeridiani sono proposti a 5 euro, e sempre 5 euro costano tutti i concerti per bambini e ragazzi sotto i quattordici anni. I concerti serali vanno da 10 a 30 euro. Quelli nelle zone non centrali delle città sono gratuiti.
Le città di Torino e Milano hanno congiuntamente deciso di dedicare quest’edizione di MITO a Giorgio Balmas, ideatore di SettembreMusica, nel decimo anniversario della sua scomparsa.
Il Festival è realizzato grazie all’impegno economico delle due Città, e al prezioso contributo degli sponsor, dal Main partner Intesa Sanpaolo, che ha creduto al progetto sin dalla prima edizione, a Pirelli, Fondazione Fiera di Milano e, per la Città di Torino, Compagnia di San Paolo.
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