L’opera d’arte vincitrice della “SZ Sugar – miart commission 2025” celebra il legame tra i due maestri
Esposta e disponibile in due edizioni a miart negli spazi dell’Allianz MiCo di Milano, dal 4 al 6 aprile
“L’intelligenza non avrà mai peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager tu otterrai da una dei milioni d’anime della nostra nazione un giudizio netto, interamente indignato: irreale è ogni idea, irreale ogni passione di questo popolo ormai dissociato da secoli, la cui soave saggezza gli serve a vivere, non l’ha mai liberato. Mostrare la mia faccia, la mia magrezza, alzare la mia sola puerile voce non ha più senso: la viltà avvezza a vedere morire nel modo più atroce gli altri, nella più strana indifferenza. Io muoio ed anche questo mi nuoce”.
Sono le parole che Pier Paolo Pasolini affidò a Ennio Morricone per la creazione di Musica per una fine, composizione al centro della “SZ Sugar – miart commission 2025”, un concorso giunto alla seconda edizione e parte di un progetto multidisciplinare triennale che vede la collaborazione tra miart – la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano – e la casa editrice musicale SZ Sugar, del gruppo Sugarmusic S.p.A.
I partecipanti alla call, indetta tra le 179 gallerie di miart 2025, sono stati invitati a interpretare liberamente la prima pagina della partitura di Musica per una fine, nel contesto del tema della fiera di quest’anno, “among friends”. Il brano, edito da SZ Sugar e composto da Morricone nel 1998 per coro, orchestra e un nastro magnetico che contiene la registrazione della poesia letta dallo stesso Pasolini, non è mai stato eseguito, ma testimonia la fratellanza e la collaborazione tra due artisti che, partendo dal cinema, hanno dato vita a opere appartenenti a quella che Morricone stesso definiva “musica assoluta”.
La giuria, presieduta da Michele Bertolino, curatore della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, ha individuato come vincitrice l’opera di Mario Airò, artista rappresentato dalla galleria VISTAMARE (Pescara, Milano). Il suo lavoro sarà esposto in uno spazio dedicato all’interno di Allianz MiCo di Milano, sede di miart dal 4 al 6 aprile 2025 (VIP preview giovedì 3).
«Leggendo il testo di Pasolini, quando sono giunto a la cui soave saggezza mi si è spalancato un mondo — dice Airò. In due parole riesce a condensare tutto il suo amore per la cultura italiana, quella quotidiana, atavica, presente nei gesti, nei volti, nelle lingue vernacolari, quella che con rammarico vede scomparire e che quasi da paladino vorrebbe proteggere. Nell’atmosfera affranta, ricolma di amarezza del testo, questo è l’unico momento dolce. Ho diteggiato malamente sul pianoforte la melodia dell’introduzione e mi sono immaginato che la musica diventasse particolarmente accorata in quel passaggio. L’immagine che ne è scaturita è stata un gesto: una rosa intrisa d’alcool e capovolta, schiacciata sullo spartito a versare il suo colore».
Artista da sempre votato all’interdisciplinarietà, Mario Airò (1961), pavese di nascita e milanese d’adozione, ha fatto del “vagabondare” tra sistemi di pensiero e mezzi espressivi il cardine della sua poetica. Formatosi negli anni ‘80 con Luciano Fabro, il suo linguaggio indaga la natura immanente degli oggetti più semplici della quotidianità. All’estero ha esposto i suoi lavori per istituzioni come la Biennale di Mosca, la Biennale di Gwangju, la Kunsthalle di Vienna, il Museum of Contemporary Art di Tokyo, il Musée d’Art Contemporain di Lione, lo S.M.A.K di Ghent e in Italia per il MAXXI e la GNAM di Roma, la Triennale e il Palazzo Reale di Milano e il Castello di Rivoli. L’opera di Airò sarà disponibile in due edizioni: una “standard” di 50 esemplari e una “deluxe”, composta da 30 pezzi unici, ciascuno impreziosito dall’intervento diretto dell’artista, che imprimerà su ogni copia il colore della rosa.
«Il nostro obiettivo come casa editrice rimane quello di esplorare nuove prospettive espressive attraverso la commistione di diversi generi artistici — afferma Anna Leonardi, Direttrice editoriale di SZ Sugar. Abbiamo selezionato un lavoro straordinario che esplora la saggezza come concetto profondo, messo in relazione con la soavità e la leggerezza. Il colore rilasciato dalla rosa, contrariamente a quanto suggerito dal titolo del brano, non ha una fine: essendo tratto da un elemento naturale, è destinato a mutare nel tempo, in base alla relazione con fattori esterni come la temperatura o l’umidità. Stiamo quindi osservando un’opera che, pur essendo stata conclusa dall’artista, continua a trasformarsi».
TAGS: