Settimana inaugurale del 53° Macerata Opera Festival, pensato dal direttore artistico Francesco Micheli intorno al tema Oriente: lunedì 17 e martedì 18 luglio (ore 21) si comincia nel magico scenario sotto le stelle dello Sferisterio con le anteprime delle due nuove produzioni, Turandot e Madama Butterfly presentate a agli oltre 1200 studenti della provincia di Macerata che, durante i mesi invernali e con il sostegno dello sponsor Tre Valli, hanno seguito le attività di formazione di “Incontra l’opera”.
Grande attesa per Turandot di Puccini con la regia di Ricci/Forte che debuttano nella lirica immaginando per la magnetica Iréne Theorin una nuova interessantissima lettura psicanalitica dell’ultima donna pucciniana; tanta aspettativa anche per la Madama Butterfly pensata da Nicola Berloffa nel Giappone del 1945, nel pieno della “conquista” culturale statunitense, fra Cinema e Coca-Cola, con l’intensa Cio-Cio-San di Maria José Siri combattuta fra kimono e divise militari.
L’apertura ufficiale sarà giovedì 20 luglio alle ore 21 al Teatro Lauro Rossi con il debutto di una prima assoluta ispirata a Matteo Ricci: Shi (Si faccia), nuova opera commissionata dal Macerata Opera Festival a Carlo Boccadoro, di origini maceratesi e tra i più apprezzati compositori italiani contemporanei, su libretto di Cecilia Ligorio, regista e drammaturga con esperienze significative sia nella prosa che nel teatro musicale. L’opera – per due pianoforti (Andrea Rebaudengo e Paolo Gorini), percussioni (Tetraktis Percussioni Ensemble), attore (Simone Tangolo) e due baritoni (Roberto Abbondanza e Simone Taddia) – sarà poi in replica 26 luglio, 2 e 9 agosto. L’allestimento è realizzato con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Macerata che cura le scene, i costumi e le luci; i video sono firmati invece da Igor Renzetti.
Nel pomeriggio di giovedì 20 luglio (ore 18; Antichi forni) incontro inaugurale organizzato dall’Istituto Confucio di Macerata su “L’opera fra Oriente e Occidente” con Maria Cristina Pisciotta, Sun Tao e Alberto Mattioli che dialogano sulle caratteristiche dell’Opera di Pechino e del melodramma italiano.
Turandot di Giacomo Puccini, una nuova coproduzione con il Teatro Nazionale Croato di Zagabria, avvia la stagione allo Sferisterio venerdì 21 luglio. Il duo di autori-registi Ricci/Forte (Gianni Forte e Stefano Ricci), fenomeno teatrale degli ultimi anni, si cimenta per la prima volta con la regia d’opera proponendo, come chiedeva Puccini ai suoi librettisti, «una Turandot attraverso il cervello moderno». L’Oriente e la Cina saranno teatro di una favola e di una tremenda metafora che Turandot rivive dentro di sé: «è tutto dentro la sua testa – secondo Ricci/Forte – tramite una visione parallela abitata da personaggi che la protagonista stessa muove come una bambina fa con le sue bambole. Un rito infinito dentro un’aura visionaria. Un percorso d’iniziazione che si compirà con l’inserimento di un corpo estraneo: quello di Calaf, l’uomo che la costringerà a evadere dal suo spazio irreale per uscire finalmente alla luce del sole. Lo spazio mentale di Turandot è una distesa di ghiaccio sulla quale ogni forma di vita viene analizzata e catalogata per timore che possa espandersi (cosa che accadrebbe lasciandosi amare, donando sia un altro, diventando madre, soffrendo): un fiabesco castello di carte destinato a crollare quando la forza dell’amore busserà prepotente alle porte».
Le scene sono di Nicolas Bovey, i costumi di Gianluca Sbicca, sul podio dell’Orchestra Regionale delle Marche la bacchetta assai esperta di Pier Giorgio Morandi con il Coro Lirico Marchigiano “Bellini” e i Pueri cantores “Zamberletti” e la Banda “Salvadei”. Nel ruolo della principessa di ghiaccio Iréne Theorin, superlativa voce drammatica acclamata nei maggiori teatri del mondo quale eccellente interprete oltre che di questo anche dei principali personaggi femminili wagneriani e straussiani, debutta allo Sferisterio, con al suo fianco Rudy Park (Calaf), Davinia Rodriguez (Liù) e Alessandro Spina (Timur). In scena 21, 29 luglio – 4 e 13 agosto.
Per il secondo titolo ancora Puccini e il suo amore per le terre lontane ed esotiche: Madama Butterfly in un allestimento coprodotto con il Massimo di Palermo, firmato dal regista Nicola Berloffa, da Fabio Cherstich per le scene e da Valeria Donata Bettella per i costumi, che posticipano l’azione al Giappone del secondo dopoguerra, momento fortemente significativo del contatto culturale fra Occidente e Oriente. «Butterfly sogna di diventare americana e lo fa attraverso un simbolo quale è il cinema statunitense di quegli anni – sottolinea Berloffa. Il teatro delle geishe diviene un cinema per i soldati americani, luogo in cui Butterfly evade attraverso la finzione dei film trasmessi sullo sfondo». Dopo i successi in Norma la scorsa estate a Macerata e ancora il trionfo per l’apertura della nuova stagione del Teatro alla Scala proprio con lo stesso ruolo pucciniano, torna il soprano Maria Josè Siri; con lei il tenore Antonello Palombi è Pinkerton, Alberto Mastromarino è Sharpless. Manuela Custer è Suzuki, Nicola Pamio è Goro. La direzione è affidata a Massimo Zanetti. In scena 22, 28 luglio – 6 e 12 agosto.
Il debutto di Madama Butterfly sarà preceduto dalla presentazione di un annullo speciale e di un folder filatelico di Poste Italiane in 5999 copie (contenente tre francobolli: Giuseppe Verdi, Luciano Pavarotti, Matteo Ricci) dedicati ai cinquant’anni di attività continuativa del festival.
Sarà Stefano Bollani a chiudere il primo weekend di attività del Festival domenica 23 luglio (ore 21) allo Sferisterio. Bollani, pianista di raro eclettismo e grande versatilità, rappresenta un’espressione particolarmente attuale della musica d’oggi, per la sua vocazione di attraversamento dei generi – dal repertorio classico al jazz – e di trasformazione dal vivo delle più diverse fonti d’ispirazione, nel corso di performance sempre estremamente coinvolgenti. Il concerto del 23 luglio – dedicato al tema del Festival Oriente – costituisce il momento celebrativo principale dei festeggiamenti organizzati dall’Associazione Arena Sferisterio con IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini) per i 50 anni di due DOC: il Verdicchio di Matelica e il Rosso Conero. Il legame fra Oriente e vino nelle Marche è intrinseco alla coltivazione stessa, poiché le vigne crescono proprio rivolte a est per la conformazione orografica della regione, le cui valli corrono perpendicolari alla costa.
Bisognerà aspettare il fine settimana successivo per il terzo titolo in scena allo Sferisterio, Aida di Verdi nell’applauditissimo spettacolo di Francesco Micheli del 2014, coprodotto con il Comunale di Bologna e andato in scena nel cinquantesimo dello Sferisterio, con le scene di Edoardo Sanchi, i disegni di Francesca Ballarini, i costumi di Silvia Aymonino e le coreografie di Monica Casadei. Sul podio Riccardo Frizza, già apprezzato in Otello nell’estate 2016 e interprete di prestigio internazionale dell’opera italiana. Di grande rilievo il cast con due intense protagoniste femminili il soprano armeno Liana Aleksanyan, che debutta nel ruolo di Aida, e il mezzosoprano Maria Teresa Chiuri in quello di Amneris; con loro in scena Stefano La Colla (Radames), Stefano Meo (Amonasro) e Giacomo Prestia (Ramfis). In repliche 5, 11 e 14 agosto.
Con l’inizio degli spettacoli si avviano anche gli “Aperitivi culturali” agli Antichi Forni a cura di Cinzia Maroni: giovedì 20 luglio “Musica e Gesuiti fra due secoli e tre continenti” con Alberto Batisti, Carlo Boccadorio e Cecilia Ligorio; venerdì 21 luglio “Orientalismo fiabesco e italico melodramma” con Enrico Girardi, Gianni Forte e Stefano Ricci; sabato 22 luglio “Kimono e tailleur” con Angelo Foletto e Nicola Berloffa.
Lo Sferisterio verserà una quota al charity partner 2017 ANFFAS ogni minuto di ritardo che si accumulerà sull’inizio degli spettacoli grazie a un accordo con TWS-Trans Word Shipping spa, azienda marchigiana leader nei trasporti internazionali che compie 25 anni di attività.
TAGS: