Raffaele Pe e La Lira di Orfeo protagonisti in un nuovo allestimento firmato da Ilaria Lanzino
Al MusikTheater an der Wien, dal 6 al 17 maggio 2025
Non è Amleto e non è Shakespeare. È Ambleto, la prima opera della storia della musica ad aver narrato la vicenda del principe danese, proposta a Vienna con un finale inaspettato in cui si celebra la centralità delle figure femminili. Una scelta simbolica che guida la nuova produzione del capolavoro barocco di Francesco Gasparini, in scena al MusikTheater an der Wien dal 6 al 17 maggio 2025.
Il controtenore Raffaele Pe insieme al suo ensemble La Lira di Orfeo e alla regista Ilaria Lanzino rileggono questa partitura con un gesto scenico e musicale potente: una “suite teatrale” in cui la musica superstite di Gasparini dialoga con una rinnovata drammaturgia.
Quando nel 1712 Apostolo Zeno e Pietro Pariati scrivono il libretto, a Venezia non è ancora arrivato l’Amleto elisabettiano: la loro fonte è Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, la cronaca medioevale scandinava da cui anche Shakespeare aveva attinto. Gasparini — compositore toscano formatosi a Roma con Arcangelo Corelli e maestro di Domenico Scarlatti — scrive Ambleto per il celebre castrato Nicolino, protagonista assoluto della scena londinese del tempo. È proprio al Queen’s Theatre di Haymarket, a Londra, che l’opera debutta riscuotendo grande successo di pubblico. La partitura giunta fino a noi, però, non è integra: restano le arie, testimonianza di uno stile vocale virtuosistico e teatrale, ma mancano i recitativi, indispensabili per raccontare l’azione.
«Per Vienna è stato fatto un lavoro che guarda alla prassi storica ma con una consapevolezza profondamente attuale — spiega Pe. Ambleto è un modo possibile di immaginare l’esecuzione del repertorio antico che spesso ci arriva in forma incompleta. Non volevamo lasciare questa meravigliosa musica inascoltata solo perché privata di una parte del suo corpo narrativo. Abbiamo scelto di farla risuonare di nuovo, costruendo un percorso originale ma filologicamente rispettoso, in sintonia con il pensiero musicale e teatrale del tempo».
Senza direttore, come in uso all’epoca, ma con la concertazione di Raffaele Pe e della spalla Elisa Citterio, l’ensemble La Lira di Orfeo torna al MusikTheater an der Wien dopo il recente successo con Rodelinda di Händel.
Sul palcoscenico, accanto a Raffaele Pe nei panni di Amleto, un cast di specialisti del repertorio barocco: Miklós Sebestyén (Claudius), Ana Maria Labin (Gertrude), Erika Baikoff (Ophelia), Nikolay Borchev (Polonius) e Maayan Licht (Laerte). La regia è firmata da Ilaria Lanzino, che insieme a Raffaele Pe ha curato la nuova drammaturgia; le scene sono di Martin Hickmann, i costumi di Vanessa Rust, le luci di Anselm Fischer, mentre il progetto sonoro è affidato a Rupert Derschmidt e la consulenza drammaturgica a Christian Schröder.
Ambleto non è dunque solo una rarità riscoperta, ma un esempio di come la musica antica possa diventare materia viva, capace di interrogare il presente attraverso un dialogo tra prassi storica e linguaggi contemporanei.
Crediti foto: La lira di Orfeo ©Noah Shaye
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